Pubblicato il Lascia un commento

La vocalità infantile

L’articolo si rifà al primo capitolo del volume Bambini in Coro di Marta Benciolini, a cui rimandiamo per approfondire ogni aspetto legato alla coralità infantile, tra riflessioni e consigli pratici.

Capita spesso di sentire degli insegnanti mortificati per la deludente performance vocale dei loro allievi; ma qualche volta il motivo dell’insuccesso sta proprio nella proposta, che dev’essere necessariamente calibrata alle effettive possibilità dei bambini.

Vediamo allora che cosa è opportuno sapere sulla voce del bambino.

La voce bianca è la voce del bambino fino ai 12-13 anni e della bambina fino ai 15-16: la muta della voce avviene infatti in modo netto nei maschi, meno evidente e leggermente più tardi nelle femmine; è una voce asessuata (simile nel maschio e nella femmina) e povera di armonici perché prodotta da corde vocali più corte e sottili di quelle dell’adulto, quindi anche più acuta e leggera. È una voce duttile, flessibile e delicata, come la struttura anatomico-funzionale che la produce: ciò significa non la si può forzare oltre una certa estensione e un ragionevole volume, né impiegarla in ore e ore di prove.

Bisogna anche sapere che prima dei 5 anni è difficilissimo per un bambino avere il controllo della propria emissione vocale e questo non per cattiva volontà, ma per motivi legati proprio allo sviluppo del suo apparato fonatorio.

La respirazione dei bambini tende ad essere naturalmente diaframmatica, cioè quella più corretta per l’emissione vocale. È facile verificare l’azione del diaframma mettendosi sdraiati con un piccolo oggetto leggero sull’addome: se respirando l’oggetto si solleva e si abbassa, significa che il diaframma sta facendo il suo lavoro. È possibile percepirlo anche verificando l’allargamento delle costole con le mani sui fianchi: è questa la zona che deve estendersi nell’inspirazione; se invece sono le spalle ad alzarsi, siamo di fronte ad un modo di respirare che non aiuterà a cantare bene e stancherà la voce.

L’estensione della voce infantile è molto ridotta nei primi anni di vita; poi guadagna terreno, nota per nota, con la crescita e con l’esperienza. La figura sotto riportata, basata su una tastiera del pianoforte, la indica – in bianco quella più sicura, in grigio chiaro quella possibile – in tre età diverse, e mostra come la “finestra” si estenda, in modo progressivo, nelle due direzioni: verso il grave e verso l’acuto.

È opportuno tenere presente questo dato nella scelta del repertorio, perché molte canzoni, apparentemente adatte all’utenza infantile, non lo sono per nulla quando devono essere cantate. Ecco quello che possiamo aspettarci, in linea di massima, in termini di estensione vocale:

Lo schema è da prendersi con grande elasticità e si riferisce alla voce cantata: nel parlato l’estensione può essere più ampia, ma si tratta in questo caso di una voce non “controllata”. La pratica del canto corale contribuisce ovviamente ad estendere i limiti descritti, che vanno quindi intesi come punti di partenza e non d’arrivo.

Nel coro si deve “impostare” la voce ai bambini?

Se impostare significa togliere le durezze, cercare un bel timbro, cantare con garbo (anche nel forte!)… senz’altro sì. Per altri tipi di impostazioni, dipende molto dall’età dei bambini e soprattutto dal repertorio che si sceglie di fare: se si affronta un repertorio leggero, folk o popolare, o si sceglie di studiare canzoni per bambini, non si può chiedere al coro di cantare con un timbro ricco di risonanze alte (“di testa”). Diversa può essere la scelta se il repertorio è sacro o colto.

Generalmente, voci più impostate rendono il timbro del coro molto omogeneo, ma è vero anche che la voce naturale dei bambini regala al canto spontaneità ed immediatezza. Ciò non significa che non ci si debba occupare del timbro, lasciando ognuno libero di cantare come gli pare: si deve anzi condurre i bambini ad acquisire progressivamente consapevolezza e controllo della propria voce.

Una distinzione piuttosto discussa, ma che può essere usata utilmente con i bambini, è quella fra voce di petto e voce di testa; la prima, tipica del registro più grave, sfrutterebbe maggiormente le risonanze della cassa toracica e sarebbe tendenzialmente più piena e sonora; la seconda, adatta al registro medio-acuto, risuonerebbe nelle cavità della testa, con un effetto di maggiore leggerezza e, per contro, minor volume.

Il cambio fra i due registri nella voce bianca avviene tendenzialmente intorno al Fa immediatamente superiore al Do centrale (primo spazio del pentagramma).

Del tutto fuori luogo invece, l’emissione “di gola”, visibile a volte nell’atteggiamento di quei bambini che cantano irrigidendo il collo e sporgendolo in avanti; il controllo avverrà ovviamente soprattutto attraverso l’orecchio, che coglierà il timbro sgradevole di questa voce.

Il bravo Maestro deve saper riconoscere queste differenti impostazioni della voce e guidare i suoi coristi a scegliere quella più opportuna ed efficace.

Allo stesso modo, se si nota nel gruppo un bambino con voce cronicamente roca, afona, scura, se egli non riesce in alcun modo a modulare la sua voce (nemmeno nel parlato), o se il timbro si modifica inspiegabilmente, non si deve esitare a consultare uno specialista perché la voce bianca non è “naturalmente” così.

È opportuno tener presente, infine, che attraverso il canto, un bambino conosce e svela molto di sé. Il canto è un linguaggio dove le emozioni vengono amplificate, moltiplicate: può capitare che alcuni bambini mutino d’umore, ridano per il divertimento o si commuovano fino alle lacrime durante l’esecuzione di un canto. Perciò è doveroso accogliere sempre con grande rispetto ogni “prodotto” vocale e musicale dei nostri piccoli cantori, anche se tecnicamente scorretto.

Il Maestro ha il compito di correggere e rendere più bella la performance vocale dei suoi cantori, senza mai stravolgere il loro canto naturale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.