In questo articolo cercheremo di sintetizzare un argomento che può intimorire chi non ha una solida base di teoria e armonia, ma che è fondamentale per chi desidera compiere un significativo passo avanti nella comprensione della musica.
Le scale modali sono un modo di organizzare i suoni all’interno di una scala musicale. Derivano dalla tradizione antica e sono molto usate nella musica popolare, nel jazz, nella musica medievale e persino nelle colonne sonore, per creare atmosfere particolari. Possono essere pensate come “sapori” musicali diversi, ognuno con un “carattere” unico.
Per agevolare la comprensione di questo concetto a chi non conosce la musica, partiamo da un esempio che può risultare più familiare: proprio come in una torta possiamo combinare gli ingredienti di base (farina, zucchero, uova, ecc.) in modi e dosi differenti, giungendo a risultati leggermente diversi in termini di dolcezza, consistenza e friabilità, così funzionano le scale modali: sono come diverse “combinazioni di ingredienti” che il musicista sceglie per ottenere un determinato effetto.
Torniamo ora all’ambito musicale.
La scala di Do maggiore (scala naturale) ha queste note: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do. Se cominciamo a suonarla da Do, si ha il modo ionico (detto “maggiore”), che è allegro e familiare, ed è quello più usato e conosciuto in tutto il mondo.
Se iniziamo da Re (Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do, Re), otteniamo il modo dorico, che suona un po’ più malinconico, perfetto per certi brani jazz o folk.
Partendo invece dalla nota Mi (Mi, Fa, Sol, La, Si, Do, Re, Mi), si crea il modo frigio, dall’atmosfera misteriosa e un po’ drammatica, come una storia avventurosa.
E così via: dal Fa abbiamo il lidio (luminoso e sognante), dal Sol il misolidio (rilassato e “rock”), dal La l’eolico (triste e riflessivo, detto anche modo “minore”) e dal Si il locrio (cupo e instabile).
Per mantenere queste differenti atmosfere, partendo però sempre dalla nota Do, dobbiamo necessariamente variare l’altezza di alcune note aggiungendo delle alterazioni (diesis e bemolli). Ecco allora che avremo, ad esempio:
- il modo dorico (Do-Re-Mib-Fa-Sol-La-Sib);
- il modo frigio (Do-Reb–Mib-Fa-Sol-Lab–Sib);
- il modo lidio (Do-Re-Mi-Fa#-Sol-La-Si);
- il modo eolico (Do-Re-Mib-Fa-Sol-Lab–Sib).
Perché sono utili le scale modali?
Grazie alle piccole variazioni che caratterizzano ogni singola scala, le risultanti melodie esprimono emozioni e situazioni particolari. Così come un racconto può essere allegro, avventuroso o drammatico, i modi offrono sfumature diverse ad uno stesso brano, colorandolo con note felici, tristi o misteriose.
Infine, qualche indicazione bibliografica attingendo al nostro catalogo:
Per avvicinare i bambini alle scale modali attraverso il gioco: Facciamo musica con Fra’ Martino
Per esplorare le scale modali attraverso un repertorio per voce, strumentario Orff e body percussion: Melodie in tutti i modi
Per ulteriori approfondimenti: Armonia Moderna e Teoria Armonia Scale Accordi per Chitarra