In questo periodo molti docenti iniziano a raccogliere idee per la recita o il saggio di Natale.
Ne approfittiamo per riflettere brevemente su ciò che – a nostro avviso – è bene considerare nel momento in cui si progetta un qualsiasi spettacolo scolastico.
La recita di Natale, così come il saggio di fine anno, dovrebbe essere un’occasione per divertirsi e riflettere sul percorso svolto nei mesi precedenti, o durante l’anno. Un momento di condivisione ma anche di crescita, che abbia una valenza educativa, che valorizzi ogni singolo studente e non metta in risalto solo i bambini più talentuosi: sono proprio quelli meno “dotati” che vanno maggiormente valorizzati – chiaramente senza forzature, né ansie.
Se i bambini vivono come uno stress la preparazione di uno spettacolo, significa che gli si chiede più di quanto sia realmente alla loro portata, significa che non hanno avuto i tempi giusti per assimilare ciò che gli viene richiesto di fare, significa che i compiti/ruoli assegnati non tengono sufficientemente conto del loro carattere, delle inclinazioni, dei punti di forza.
Per fare ciò, forse si dovranno abbassare le pretese artistiche della performance, ma la cosa più importante è davvero che i bambini vivano con serenità sia la preparazione, sia il momento conclusivo.
Il vero obiettivo non è un’esibizione perfetta, ma è condividere un’emozione, imparare, conoscere se stessi, crescere.
L’evento in sé dello spettacolo è pur sempre condizionato da fattori estemporanei e imprevedibili: bisogna considerare la presenza del pubblico, la gestione delle emozioni, eventuali imprevisti e conseguenti reazioni… Poi quando tutto si sarà concluso, si faranno le dovute considerazioni: e allora l’esibizione diventa occasione formativa!
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